Il direttore creativo di Valentino, Pierpaolo Piccioli, ha portato a Pechino, negli spazi del T-10 di SKP South, e dopo la tappa di Shangai, il secondo capitolo della rilettura dei codici della maison con la mostra “Valentino Re-signify, Part II, Beijing”. L’evento curato dalla art consultant Mariuccia Casadio e da Jacopo Bedussi, è aperto al pubblico fino a domenica 7 novembre 2021.
Valentino, i capi di alta moda “come sassi gettati in uno stagno”
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Prosegue quindi – come si legge in un comunicato Ansa – il processo di ri-significazione dei codici della casa di alta moda italiana in un dialogo con la storia contemporanea della ricerca visuale e artistica. Couture, Atelier, Stud e VLogo Signature sono i 4 temi della mostra. “Valentino Re-signify, Part II” si presta a una “interpretazione liquida degli elementi nello spazio espositivo” (com’è stata immaginata da Piccioli) che pone le creazioni come “sassi gettati in uno stagno”.
Valentino Re-signify Part II, gli artisti e le loro opere di ri-significazione
Sono diversi gli artisti che per l’occasione di “Valentino Re-signify Part II”, e attraverso vie e forme stilistiche specifiche, si sono cimentati sui quattro temi citati, e che sono stati indagati nelle opere scelte. Fei, Xu Zhen, Gioele Amaro, Robert Muller, Liu Shiyuan, Cheng Ran, Shen Xin, Xu Wenkai, AMKK, Jonas Mekas. Ma anche Yeesookyung, Nick Knight, Jacopo Benassi, Robert Del Naja, Wu Rui e Alessandro Teoldi.
Ogni artista, con la propria personalissima visione, si è misurato non solo con la luce e con i fenomeni di riflesso e di rifrazione, sui modi in cui essa interagisce con i materiali e le superfici. Ma anche con le forme e le dimensioni dei corpi umano e statuario, a partire dalla rappresentazione classica fino a giungere alle manovre della moda nel mondo virtuale: alle riproduzioni digitali e algoritmiche.