Thomas Keller, leggenda a 7 stelle Michelin, afferma che i più colpiti da questa crisi sono i giovani chef, che stanno ancora costruendo la propria carriera. “Molto semplicemente la pandemia sta uccidendo la ristorazione. Ma a parte il business, sta colpendo in particolare coloro che stanno ancora costruendo la propria carriera. Guardo ai miei collaboratori più giovani, sono tutti ambiziosi e per loro ora come ora è una grande sfida guardare alle proprie vite e immaginare dove stanno andando. Io ho 65 anni e ho fatto quello che ho fatto.”
Secondo lo chef poi, “Togliamoci dalla testa che un ristorante sia l’affare di uno chef. Che i cuochi diventassero famosi è successo durante la mia vita, ma non è sempre stato così. Quando ho cominciato a cucinare nel 1971, non eravamo nessuno. Ho visto questa professione trasformarsi dal nulla in ciò che è oggi: gli chef sono diventati gli individui più riconosciuti nel settore. Ma la gente deve capire che sono necessarie centinaia, se non migliaia di persone perché i nostri ospiti vivano una grande esperienza a tavola.
Nelle cucine, infatti, l’elemento chiave è il desiderio. Le persone usano la parola ‘passione’ a proposito della forza che le guida. Ma per Thomas Keller la passione va e viene. Non conosce nessuno che sia appassionato al 100% di quello che fa quotidianamente. È impossibile. Ed è giusto così. Quindi la cosa più importante è il desiderio. Quello è importante ed è ciò che cerca nei suoi chef.